Operacion Puerto, l’AMA chiude il caso e non farà i nomi degli undici sportivi identificati

Sembra ormai chiudersi in maniera definitiva la Operacion Puerto. Dopo una serie di processi, richieste legali e appelli, lo scandalo iniziato il 23 maggio 2006 ha visto l’inchiesta dell’Agenzia Mondiale Antidoping chiudersi nell’agosto di quest’anno. 11 gli sportivi definitivamente identificati (10 uomini e una donna), ma questi nomi non verranno rivelati al pubblico (anche qui fu intrapresa una battaglia legale per comprendere se fosse possibile) a causa della prescrizione. Nessuna precisazione è stata fatta riguardo il fatto se, e quanti, questi sportivi fossero o meno ancora in attività.

Una decisione confermata dunque nel rapporto pubblicato dall’AMA, nel quale si legge dunque che “215 campioni di clienti del dottore Eufemiano Fuentes (la figura centrale di questo caso, ndr) sono stati comparati con il DNA estratto dalle sacche di sangue e dai flaconi di sieri sequestrati dalle autorità spagnole”, ricevuti dall’AMA solamente nel 2016, dopo una lunga battaglia con la giustizia spagnola, che dal canto suo quell’anno ha chiuso il caso con l’impossibilità di procedere per la mancanza di un regolamento antidoping in vigore all’epoca dei fatti.

Da un punto di vista sportivo, poche sono state le sanzioni, tra le quali spiccano quella di Ivan Basso, poi rientrato in gruppo, Jan Ullrich, mai più tornato alle corse e sospeso successivamente, e Alejandro Valverde, sospeso dopo una battaglia delle autorità italiane. Questi due erano già stati identificati proprio grazie al DNA, ma non è stato precisato se fanno parte degli undici sportivi in questione.

Da segnalare che a novembre 2018 era stato rivelato che era possibile distinguere 35 profili DNA grazie alle sacche di sangue. Il confronto con i dati in possesso dell’agenzia ha dunque portato a restringere l’elenco a undici nomi, che tuttavia non sarà dunque possibile rivelare pubblicamente. In precedenza, nel maggio del 2018, erano “sette gli sportivi identificati”, di cui “quattro ancora in attività“, che vennero così sottoposti a controlli più approfonditi, nel periodo novembre 2017 – aprile 2018, ma per tutti l’esito fu negativo, senza alcuna anomalia da evidenziare.

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